Casi di bracconaggio in Italia
Newsletter, il 08.01.2015
Continuano in Italia i casi di bracconaggio a carico dell’Ibis eremita, specie a grave rischio di estinzione: la provincia di Livorno rappresenta la zona di massimo pericolo.
Lo scorso ottobre 2014 l’Ibis eremita HELLA, un maschio di quattro anni, è stato trovato morto in provincia di Livorno, Toscana. L’esame a raggi X ha evidenziato la presenza di pallini da caccia, una chiara prova del fatto che l’animale sia stato vittima di bracconaggio. La caccia illegale in Italia ha già causato circa i due terzi delle perdite nell’ambito della popolazione di ibis eremita oggetto di reintroduzione. La provincia di Livorno in Toscana è una zona ad alto rischio per i nostri uccelli.
L’ibis eremita maschio HELLA apparteneva ad una popolazione di circa 40 uccelli. Il 22 ottobre, un cacciatore ha rinvenuto il corpo dell’ibis a nord di Piombino, in provincia di Livorno. Un esame ai raggi X effettuato presso il Centro Recupero Uccelli Marini Acquatici C.R.U.M.A. di Livorno ha evidenziato, nel corpo dell’animale, la presenza di diversi pallini da arma da fuoco.
La notizia non è stata diffusa prima per permettere il migliore svolgimento delle indagini da parte della Polizia Provinciale di Livorno che, tuttavia, non hanno ancora permesso di individuare il responsabile di questo evento.
Due anni fa, nell’ottobre 2012, I due ibis eremita, GOJA e JEDI, vennero uccisi durante la migrazione autunnale. Questo caso è successo a solo 6 km dal luogo dove HELLA è stato ucciso. Grazie ai trasmettitori GPS, che tutti uccelli del progetto portano sul dorso, il luogo dell´incidente è stato localizzato. I due ibis erano ancora vivi ma gravemente feriti e purtroppo non poterono essere salvati. Tuttavia, grazie all’immediato intervento della Polizia Provinciale, fu possibile identificare il colpevole. Si trattava di un membro della Federazione Italiana della Caccia. E’ quindi in corso un’azione legale a carico di questa persona.
Sempre nel 2012, un altro Ibis eremita di nome DOMINO è stato ucciso nei pressi di Cecina, solo 30 km a nord del luogo di ritrovamento di HELLA. L´uccello è sopravvissuto grazie a un’operazione di emergenza effettuata dal C.R.U.M.A., ma non ha più potuto volare a causa delle gravi ferite riportate alle ali.
Perciò, dal 2012, al interno di un tratto di soli 30 km, da Piombino a sud fino a Cecina a nord, quattro Ibis eremita sono stati vittime della caccia illegale. In più, nel 2011, il segnale GPS di un altro Ibis eremita era cessato a solo 500 m a sud del luogo di ritrovamento di HELLA e l’esemplare non è mai stato ritrovato. Un ulteriore possibile caso di bracconaggio a carico di questa specie in via di estinzione.
L’ibis eremita è una specie ormai rarissima, a rischio di estinzione. La specie è migratrice ma non esistono più popolazioni che compiono il normale ciclo migratorio e solo pochissimi nuclei con pochi individui continuano a riprodursi in natura, senza migrare. Il progetto LIFE “Reason for hope” (motivo di speranza), cofinanziato dall’Unione Europea, sta riproducendo con successo in cattività la specie e insegnando ai nuovi nati la rotta migratoria, accompagnandoli con un ultraleggero fino alla zona di svernamento, l’Oasi WWF di Orbetello. I primi esemplari hanno già imparato la lezione e compiuto autonomamente il loro primo ciclo migratorio completo fino alla zona di nascita in Austria. E’ proprio nel corso della migrazione autunnale verso l’Italia che gli esemplari vengono uccisi.
Johannes Fritz, leader del progetto LIFE+: " La provincia di Livorno sembra essere un’area con un tasso di bracconaggio eccezionalmente elevato. Misure effettive contro questa minaccia sostanziale devono essere realizzate il più presto possibile e la partecipazione dei cittadini è fondamentale!”
In Europa, l’Ibis eremita si è estinto circa 400 anni fa, molto probabilmente a causa dell’eccessivo prelievo. Attualmente la specie è una delle più rare al mondo, sull’orlo dell’estinzione ed inserita nella Lista Rossa come specie a grave rischio di estinzione. Dal 2014, un progetto LIFE+ finanziato dall’UE ha come obiettivo la reintroduzione della specie con aree di riproduzione a nord delle Alpi ed un sito di svernamento in Toscana. Dal 2014 l’Unione Europea co finanzia il progetto che è portato avanti da ben otto parter in Italia, Austria e Germania. Il progetto, basato su uno studio di fattibilità di 12 anni, rappresenta il primo tentativo di reintrodurre una specie migratrice estinta a livello continentale. La Commissione Europea riconosce il potenzale del progetto LIFE+ in particolare per il suo contributo nell’implementazione della politica ambientale dell’Unione Europea.
Nell’ottobre 2014 i rappresentanti della Federazione Italiana Della Caccia e della Confederazione Cacciatori Toscani, due tra le principali associazioni venatorie italiane, sono stati nominati genitori adottivi onorari di due ibis eremita della popolazione oggetto di reintroduzione. Jane Goodall, primatologa e messaggera di pace delle Nazioni Unite, si è unita alla cerimonia svoltasi presso il Parco Natura Viva. Assieme ai rappresentanti delle due associazioni venatorie ha firmato un accordo onorario che prevede il continuo e costante supporto, da parte delle federazioni venatorie, al progetto per la reintroduzione dell’ibis eremita con il particolare obiettivo di ridurre la minaccia rappresentata dalla caccia illegale a carico sia dell’Ibis eremita che di altre specie a rischio di estinzione in particolare lungo la loro rotta di migrazione.
J Fritz: “Sta ora alle associazioni venatorie prendersi la responsabilità di rispettare l’accordo stabilito, aiutandoci a fare chiarezza su questo caso e cercando di fare il possibile per evitare ulteriori perdite, in particolare in questa zona della Toscana.”
La caccia illegale rappresenta una delle principali minacce per le specie migratrici a rischio di estinzione. In questo modo tutti gli elaborati tentativi di conservazione effettuati presso le aree riproduttive vengono vanificati. Pertanto è di fondamentale importanza per il progetto dimostrare con dati tangibili che il problema del bracconaggio rappresenta un grave problema: dal 2002 al 2012 un totale di 60 ibis eremita sono stati persi nell’ambito del progetto. Circa il 70% di questi è stato trovato morto a seguito di bracconaggio o è scomparso durante il periodo venatorio in Italia.
J Fritz: “Un simile tasso di perdite deve essere considerato anche per altre specie migratrici a rischio di estinzione. Senza una sua riduzione non è possibile pensare ad una conservazione sostenibile delle popolazioni."
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