Migrazione
L’Ibis eremita era una specie migratrice che lasciava l’area di riproduzione in autunno per svernare in habitat adatti. Questo era vero specialmente per quelle popolazioni che vivevano nell’area dell Prealpi. Sebbene gli ibis eremita possano sopravvivere anche con temperature abbastanza basse in queste condizioni non c’è abbastanza cibo quando il terreno ghiaccia, tuttavia alcuni singoli soggetti possono riuscire a superare un inverno al nord (Shorty, Elmar). I nostri ibis eremita dalla metà di agosto iniziano a manifestare una certa irrequietezza migratoria. Tale comportamento è geneticamente prefissato. Così come è stato osservato tra i giovani uccelli privi di esperienza, nè la rotta migratoria nè tantomeno la semplice direzione non viene ereditata. Loro, infatti, imparano la locazione dell’area di svernamento dagli adulti esperti. Poichè ormai da circa 400 anni in Europa non ci sono più ibis eremita in grado di migrare, questo tipo di informazione non è più stata trasmessa.
Per fondare delle nuove colonie migratorie è assolutamente necessario fornire i futiri uccelli di questo tipo di informazione. A tale scopo fino a 32 piccoli presi dalle popolazioni presenti negli zoo vengono allevati a mano da due genitori umani sui quali subiscono l’imprinting. Da quel momento in poi gli uccelli seguono i loro genitori adottivi ovunque, anche se uno di questi si siede su un ultraleggero e vola davanti a loro. Quindi i loro genitori adottivi assumono il ruolo degli adulti esperti e possono mostrare ai giovani uccelli la rotta verso il quartiere di svernamento. Nel 2011 per la prima volta vi è stata l’evidenza che questo tipo di tradizione è stata trasmessa tra gli uccelli, ed un anno dopo il primo Ibis eremita allevato da genitori naturali ha imparato la rotta da alcuni adulti ed un anno dopo tale ibis, che a sua volta aveva imparato la rotta da altri ibis esperti , ha fatto da guida ad altri conspecifici. Questo processo standartizzato è necessario per ogni nuova colonia. Ogni uccello ha bisogno di essere guidato la prima volta dall’area riproduttiva all’area di svernamento, poi troverà la via del ritorno autonomamente.